La Sardegna, un luogo magico, fatto di terre da esplorare metro per metro, fra boschi di conifere, piantagioni di ulivi e foreste di sugheri, per vedere infine sbucare fra i monti il magico mare di mille blu, baciato da rocce millenarie e sabbie più luminose del sole.
Terre arse e fitta macchia mediterranea, capre che arrancano in cerca d’un filo d’erba e pascoli macchiati di fieri cavalli e pensosi somari.
Murales pieni di vita propria, fra volti scavati dal sole e occhi di ragazza da strapparti il cuore, echi di sussurri discreti e di risate maliziose.
Pietre antiche da sfiorare con le mani, profili di imperiose montagne da sfiorare con lo sguardo, uomini e donne da abbracciare.
E laggiù, dove in Mare fa l’amore con la Terra, inizia la Sardegna di sotto, quella per la quale indossi pinne e occhiali. Se la Sardegna di sopra ha appagato i tuoi cinque sensi, questa te ne fa scoprire il sesto.
Quello che ti fa sentire tutt’uno con la vita che scorre sott’acqua, che ti sgrava la mente da ogni angustia, che sincronizza la testa ad ogni singolo respiro, ad ogni lenta bracciata, ad ogni essere che ti circonda. E vorresti respirare sott’acqua come uno di loro, per esplorare tutto il di sotto. Torni a riva col fiato grosso, gli occhi che riflettono ancora le forme e i colori dei fondali, le labbra salate e le dita grinzose, l’udito affinato dal silenzio.
Ed il cuore gonfio, per quest’altro dono ricevuto là sotto.
Lavoro in Bubble Viaggi e mi occupo di Business Travel
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